IL CAPPELLO A TUBO MOD. 1926


 

IL BERRETTO A TUBO MODELLO 1926.

Dopo la fine della prima guerra mondiale, lesercito italiano si è trovato di fronte allesigenza di ristrutturarsi. Il conflitto aveva fatto crescere a dismisura il numero dei soldati impiegati in servizio e di conseguenza era salito il numero delle divisioni, brigate, reggimenti. Daltro canto lenorme carneficina verificatasi durante la guerra aveva pressochè fatto scomparire interi reparti. Una revisione nellorganizzazione delle forze armate era dobbligo.

 

tubo_1.jpg

 

Stesso discorso si può applicare alluniformologia dove la guerra aveva introdotto mimetismi ed economie togliendo sfarzo e colore. Fu così, che furono reintrodotti i fregi in canottiglia argentata e dorata, furono eliminate le visiere ed i sottogola tinti di grigio/verde o in nero opaco per ritornare al nero lucido ed ancora dai bottoni di frutto si ritornò a quelli in metallo dorato o argentato con tanto di fregi in rilievo. Fu così che negli anni venti fanno la loro comparsa i berretti a tubo. Essi differiscono dai berretti a tubo bellici per alcune particolarità evidenti. Questi ultimi sono pressochè flosci, molto più bassi ed in panno o tessuto più rozzi rispetto ai loro fratelli del tempo di pace. Unaltra differenza che salta subito agli occhi è rappresentata, come già detto, dai fregi e dai distintivi di grado. Quelli bellici, poco appariscenti, solitamente in seta o più raramente in lana nera (lana gialla per lartiglieria, i bersaglieri, il genio, il commissariato e lo stato maggiore). Così pure i distintivi di grado. Inoltre, i berretti a tubo degli anni venti, hanno la visiera ed il sottogola in cuoio lucido e nero, ed i bottoni che reggono il soggolo sono in metallo argentato o dorato con in rilievo il fregio distintivo dellarma di appartenenza.

Dopo questa breve panoramica introduttiva, che aiuta a non confondersi tra berretti di diverso valore e diversa rarità, passiamo ad analizzare in maniera più precisa le caratteristiche ed i dettagli dei berretti a tubo degli ufficiali negli anni successivi alla prima guerra mondiale fino al 1933.

Con la circolare numero 625 del dicembre 1920, si stabilì che il colore ufficiale delle uniformi del Regio Esercito Italiano era il glorioso grigio/verde che aveva accompagnato i nostri militari durante tutto il conflitto. Si sancì, così definitivamente, labrogazione delle uniformi nere e dei berretti neri modello 1903 (ad eccezione dei Reali Carabinieri e dei Corazzieri). La circolare in questione reintroduceva, inoltre, luso delloro e dellargento nella confezione dei fregi e dei gradi nonchè per i bottoni che ornavano i nostri copricapo. Per il resto, ogni ulteriore modifica alluniforme, fu rimandava a data da definirsi. Quindi, come si evince da quanto esposto fin qui, nei primi anni dopo il conflitto la situazione rimase pressochè immutata. Dal 1920 si hanno dei cambiamenti sostanziali. La forma del berretto assume proporzioni maggiori ed è caratterizzata da una rigidità che gli conferisce unaria imponente. Le uniche armi che portano ancora per tradizione il berretto floscio sono i Bersaglieri ed i Cavalieri. Il berretto era in panno castorino grigio/verde alto da 10 a 13 cm. secondo la statura del proprietario. La forma è svasata verso lalto a differenza dei modelli bellici che sono cilindrici. Fino al 1926 i berretti saranno privi di filettature e montanti colorati. A parte il fregio ed i gradi non presenteranno nessun altro segno distintivo.

cianfanelli_20.jpgcianfanelli_19.jpg

 

Con la circolare numero 521 del 1926, fu aggiunta al berretto una filettatura sul bordo inferiore e tre montanti ai lati del colore caratteristico dellarma. Gli ufficiali generali e di stato maggiore non portavano, invece, la filettatura al bordo mentre i tre montanti erano rispettivamente in filo argentato e dorato. Per ciò che riguarda il fregio, non si registrano cambiamenti, eccezion fatta per i generali medici e commissari che, al posto dellaquila, portano il fregio del rispettivo corpo sottopannato di robbio.

 

fregiou_4.jpg

Con la circolare numero 409 del 1927 fu introdotta una variante nei berretti dei marescialli. Infatti, soltanto in questo anno furono aggiunti i filetti verticali del colore dellarma. I marescialli continuano, però, a non portare filettatura alcuna alla base del berretto. Unaltra caratteristica importante di questi sottufficiali era la presenza di bottoni, argentati o dorati, lisci anzichè a rilievo.




Tra le due Guerre
Tra le due Guerre


www.glialpini.com
Sito personale di Cera Paolo
Hosted by Sndk