IL CASCO COLONIALE MOD. 1935


 

IL CASCO coloniaLE MODELLO 1935.

 

Quanto scriverò fra virgolette è tratto dall'opera ALPINI - STORIA E LEGGENDA in tre volumi editi dalla COMPAGNIA GENERALE EDITORIALE. Mi sembrava bello iniziare questo articolo con le parole di quest'opera che narra le vicende delle penne nere dalla nascita ai giorni nostri con encomiabile precisione ed abbondanza di notizie.

"E' la sera dell'Epifania del 1936. Parte da Napoli per l'Africa Orientale il CONTE GRANDE carico di penne nere. E' il contingente più forte della divisione alpina Pusteria, col comando di divisione. Le bande musicali sul molo nereggiante di folla che applaude, e la fanfara a bordo, intonano l'inno degli alpini, ma le note vengono sommerse da un canto spontaneo che si propaga da un capo all'altro della grande nave: 'Il Marescial Badoglio ha scritto a Mussolini, per prender l'Abissinia, ci vogliono gli Alpini...' (.....). Gli alpini sono stati mandati in Africa dietro richiesta di Badoglio, che ha voluto rinforzi al corpo di spedizione. Non hanno idee molto chiare su quel che troveranno, ma sanno che altri alpini, quelli del battaglione d'Africa di Davide Menini, si sono fatti onore laggiù, quarant'anni prima; hanno anche ricevuto dall'ANA la medaglia ricordo con la figura di Menini ferito con la sciabola in mano e con la scritta 'vendica Davide Menini'.

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La 5° divisione alpina Pusteria è nuova. E' stata approntata e mobilitata per questa campagna utilizzando in massima parte unità già esistenti, allo scopo di pregiudicare il meno possibile le necessità di mobilitazione delle altre divisioni alpine. La compongono il 7° reggimento alpini con i battaglioni Feltre, già del 7°, Pieve di Teco, del 1°, Exilles, del 3°; l'11° reggimento con i battaglioni Trento del 6°, Saluzzo del 2°, Intra del 4°; il 5° reggimento artiglieria alpina, di nuova costituzione, con i gruppi Belluno del 3° da montagna della Julia, e Lanzo, del 1° montagna della Taurinense; in più c'è il VII battaglione complementi alpini (che diventerà il battaglione Amba Uork), l'XI battaglione complementi alpini, la 10° colonna salmerie, e la 5° mista genio e servizi. In totale, compresi i servizi trasporti, la sezione Sanità e quella di Sussistenza, sei ospedali da campo e una compagnia chimica: oltre 350 ufficiali e sottufficiali, 12.750 uomini di truppa e quasi quattromila quadrupedi."

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Il casco coloniale modello 1935 presenta le seguenti caratteristiche. E' composto da strati di sughero sovrapposti e ricoperti di tela cordonata color cachi detta massaua. Presenta una cupola alta e più stretta nella parte laterale. La copertura è cucita in sei spicchi che, portendo dal bordo della tesa raggiungono la cupola e si uniscono in cima. La tesa è bordata sempre di tela e presenta una visiera a punta ed un coprinuca più largo. Internamente è foderato in tela verde. La cupola presenta due fori d'areazione chiusi da due retine. Un ulteriore foro d'areazione è presente all'estremità della cupola, protetto da un copri sfiatatoio che forma una cupoletta circolare aperta su tre lati da intagli. E' di metallo tinto di cachi. Attorno alla cupola corre una fascia alta poco più di un centimetro sempre di tela e sulla parte destra è cucita una taschetta dove trovava alloggiamento il piumetto dei bersaglieri. La penna degli alpini veniva infilata sotto la fascia. Il soggolo era di pelle marroncino chiaro composto di due parti con fibia scorrevole. L'imbottitura interna era ottenuta da una striscia di pelle marrone alta due centimetri e distanziata dall'inteno cupola tramite otto dischetti di sughero applicati tutto intorno. Sul davanti della cupola veniva cucita la coccarda di lana tricolore sulla quale trovava posto il fregio di ottone.

 

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Tra le due Guerre
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