IL CAPPELLO ALPINO DA TRUPPA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE.
Il cappello alpino utilizzato durante la seconda guerra mondiale presenta caratteristiche che gli derivano dalla riforma Baistrocchi del 1934 unicamente per ciò che riguarda il fregio. La forma è pressochè invariata nel tempo. Le sue dimensioni negli anni che vanno dal 1934 al 1943 sono forse un po' più contenute rispetto ai cappelli degli anni venti ma è valido tutto ed il contrario di tutto.
L'unico elemento che determina l'epoca di un cappello alpino è, come sempre il fregio. Con il passare degli anni esso assume una forma sempre più contenuta, le ali dell'aquila diventano sempre più piccole e raccolte e l'angolo di incrocio dei fucili è sempre più stretto.
Il cappello d'alpino presenta internamente una fodera nera cucita in tre spicchi, due laterali ed uno superiore, in modo da aderire perfettamente alla testa del proprietario. Tutti i cappelli presentano internamente una fascia di pelle nera sotto la quale di frequente capita di trovare degli spessori di cartoncino pieghettato in corrispondenza della fronte, della nuca e ai lati della testa sopra le orecchie.

Un altro elemento importante per capire l'epoca di un cappello alpino è dato dai rivetti di areazione. Oltre al colore grigio verde essi dovrebbero avere all'interno tre gambi ripiegati all'infuori che trattengono un cerchietto di alluminio. La foto vi aiuterà a capire meglio. Attenzione perchè molti cappelli post-bellici presentano i medesimi rivetti, quindi questo non è un elemento determinante.