Prima lettera 1915


 

Li 14 corrente 1915

 

 

 

Cara sorella e nipoti.

 

Vengo con queste poche righe onde farti sapere delle mie notizie che grazie a dio godo buona salute e come spero il simile di te e della tua famiglia, così pure mamma e fratello.

 

Ti faccio sapere che fra qualche giorno ci deve essere l’avanzata, ti dico che fino ad adesso grazie a Dio l’ho scampata, ma credimi ormai mi perdo di coraggio perché sono stanco e senza forze, non ho più lo slancio e la sveltezza che avevo nei primi tempi che mi trovavo al fronte, perché privo di forza, credimi che questa se non è per grazia di Dio o dei santi no la scamperei più.

 

Ti prego far silenzio di tutto questo che ti dico specialmente con mamma.

 

Ma se questa sarà la mia ora, se fosse per me solo non me ne farebbe tanto, ma non soltanto mi rincresce a lasciar questo mondo per l’età ancora giovanile e per tutti voialtri, ma il più per la mamma , come tu sai, che non sono andato in america per fargli compagnia, ed ora se mi trovo alla fine dei miei giorni, mi tocca abbandonarla per sempre e lasciarla sola e desolata in questa terra nella sua vecchiaia.

 

Intanto ti prego di fargli coraggio tutto quello che puoi metti pure il cuore in pace, perché tanto è lo stesso, non c’e’ mezzi che aver pazienza. Altro ti dico, che se avrò la grazia di scamparla, fino dopo questo trambusto non ti scriverò più e se per disgrazia ci resto, ti prego di pregare il buon Dio per me.

 

In questi giorni scorsi ho ricevuto un libretto il quale credo che sia il parroco di S. Benigno che me lo ha spedito. Ancora non gli ho risposto, ma quando ci sarà l’avanzata allora gli scriverò.

 

In questi giorni ho scritto una cartolina a mamma e la settimana ventura se non ci sarà ancora l’avanzata, gli scriverò di nuovo una cartolina. Sono ansioso di ricevere delle tue notizie come pure delle notizie di casa, perché dopo della tua lettera che mi hai mandato Lire cinque, non ho più avuto notizie. Altro no so più cosa dirti.

 

Vi auguro a tutti la buona salute e la prosperità nel bene.

 

Addio addio.

 

Ricevi i più affettuosi saluti e una stretta di mano e baci al Merino che sovente lo ricordo da parte mia.

 

E sono per sempre il tuo affezionatissimo Fratello Giacomo.

 

Tanti saluti e baci a mamma e fratello. Rimetti i saluti ai tuoi vicini da parte mia.

 

Dammi notizie di Bertaina Bartolomeo.

 

Addio addio, coll’apis ti lascio e col cuore ti abbraccio. Scrivi subito e digli a mamma che mi mandi qualche francobollo perché desidero di scrivere alle sorelle nell’America ed anche al fratello.

 

Ecco che mentre ti scrivo, l’arrivo di una granata mi ha fatto andare il sangue in tasca e poi uscire dalle scarpe.

 

Cul boia la fame n’cu pi pou ched’mal. Tuti i mument a sun li a rumpime le scatole. L’ei go fin la testa ca’n fa mal a forsa d’senti cui culp d’canun.

 

(n.d.r.: quel colpo di granata mi ha fatto più paura che male. Tutti i momenti sono li che mi rompono le scatole. Ho già persino la testa che mi fa male a forza di sentire quei colpi di cannone!)

 

 

Ciau. Arrivederci.




Prima Guerra Mondiale
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