DATI TECNICI:
- LUNGHEZZA TOTALE: 1.280 mm.;
- LUNGHEZZA CANNA: 780 mm.;
- RIGATURA: 4 rigature destrorse a passo progressivo;
- PESO: 3.850 grammi;
- BAIONETTA: standard modello 1891;
- CINGHIA: solo agganci verticali;
- ALZO: graduato da 600 a 2.000 m.;
Fucile Carcano modello 1891.

Il problema principale che venne a crearsi verso la seconda metà del XIX secolo fu l'esigenza di ridurre il calibro delle armi individuali. La difficoltà maggiore per raggiungere questo obiettivo era rappresentato dai residui di combustione che la polvere nera lasciava all'interno delle armi. Questo limite non permetteva di utilizzare armi di calibro ridotto che potessero sparare un numero elevato di cartucce in quanto dopo una ventina di colpi l'arma era inservibile e doveva essere smontata e lavata.
Il problema fu risolto nel 1884 quando l'ingegnere trentenne Paul Vieille (1854/1934) giunse alla scoperta di una polvere da sparo per così dire "pulita", ossia la polvere piroxilata, senza fumo, con maggiori proprietà propellenti, che non lasciava residui e permetteva di fatto l'agognata riduzione di calibro con conseguente aumento della capacità di fuoco delle armi e l'aumento del numero di cartucce trasportabili dal singolo soldato.
Fu, quindi, in conseguenza di questa strabiliante scoperta che le maggiori potenze europee dell'epoca, iniziarono una febbrile corsa alla produzione di armi che utilizzassero cartucce di calibro ridotto.
Dopo molte prove e comparazioni, la Commissione delle armi portatili della Scuaola di Tiro di Fanteria di Parma, nominata dal Ministero della Guerra adottò nel 1888 il calibro 6,5 e nel 1891 venne ufficialmente adottato come arma individuale del Regio Esercito il fucile Carcano modello 1891.
Il nuovo fucile presentò subito un problema. La parte iniziale della rigatura si consumava dopo poche centinaia di colpi a causa del fatto che il passo della rigatura era troppo corto. Il problema venne risolto venne adottata una rigatura a passo progressivo. Infatti il passo della nuova rigatura andava da un giro di 58 cm dopo la camera di scoppio fino ad un giro di 20 cm. al vivo di volata. Tutto ciò contribui, tra l'altro a dare maggiore stabilità alla nuova pallottola, peraltro molto piccola.

Per la realizzazione dell'otturatore del nuovo fucile fu bandito un concorso al quale parteciparono ditte famose come Mauser, Mannlicher, Vitali, Bertoldo insieme alle quattro fabbriche di stato di Torino, Brescia, Torre Annunziata e Terni. E fu proprio il capotecnico della fabbrica di Torino, Salvatore Carcano, che sviluppo l'otturatore scelto dalla Commissione per essere montato sul nuovo fucile.

Carcano mantenne il principio del congegno di sicurezza del vecchio otturatore ad ago e, prendendo spunto dal sistema del Mauser, applicò al cilindro due alette di ritegno frontali e predispose che l'armamento del percussore avvenisse all'atto di alzare il manubrio. Il sistema d'alimentazione adottato fu il Mannlicher.

La produzione di questo modello di '91 proseguirà fino al 1936. Naturalmente i modelli più rari sono quelli più vecchi, ma bisogna fare un distinguo a seconda della fabbrica di produzione. Questo perchè alcune fabbriche hanno prodotto grosse quantità di queste armi per un lungo periodo. Altre, invece, avendone prodotte per periodi limitati, hanno determinato una certa rarità e ricercatezza di queste armi. Le fabbriche che hanno prodotto tali fucili e gli anni di produzione sono riportati di seguito:
- BRESCIA (1893-1918);
- TERNI (1892-1936);
- TORINO (1893-1898);
- ROMA (1917-1918);
- TORRE ANNUNZIATA (1893-1900);
- MIDA (1917-1918);



