IL CAPPELLO ALPINO DA TRUPPA DALLA NASCITA ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE.
Il cappello alpino, simbolo e vanto di questi gloriosi soldati delle montagne, ha visto la luce nel lontano 1910 e precisamente il 20 maggio. E un copricapo che racchiude in se tradizione e ricordi indelebili e forse anche per questo è ancora in uso tuttora con piccole modifiche. Proprio per questo motivo è uno dei copricapo più difficili da catalogare e datare esattamente. Riuscire a stabilire se il cappello che ho fra le mani sia della prima Guerra Mondiale o degli anni 20 non è facile. Negli oltre ottantanni di vita i suoi cambiamenti sono stati minimi, e solo un occhio attento ai particolari come il fregio o il tipo di ricamo possono trarre dagli impicci e dai "Bidoni".


Distribuito, inizialmente, soltanto a sottufficiali e militari di truppa, il cappello alpino era in feltro di pelo di coniglio di colore grigio verde, con falda posteriore ripiegata allinsù e falda anteriore trapuntata con cuciture a macchina concentriche con filo grigio verde. Internamente il cappello alpino era foderato con tessuto nero e presentava una fascia di pelle del medesimo colore che correva tutto lungo la testa. Se si alza questa fascia di pelle si possono notare in corrispondenza della fronte, della nuca ed ai lati della testa delle strisce di cartone pieghettate, dellaltezza di un centimetro e lunghe circa cinque. La calotta era ovale con due fori rivettati ai lati e con una soprafascia di cuoio anchesso grigio verde dellaltezza di due centimetri attorno alla base. Tutto intorno alla soprafascia correva un cordoncino di lana grigio verde abolito poi nel 1912. Sulla sinistra della striscia di cuoio era cucita una taschetta dello stesso materiale che serviva per infilarvi la nappina di lana, simbolo dei vari battaglioni. Bianca era per il 1° battaglione, rosso scarlatto per il 2°, verde per il 3°, blu per il 4°, gialla i sottufficiali e la truppa degli Stati Maggiori, dei depositi di reggimento e della Guardia di Finanza.


Nella nappina, che presentava alla sommità un foro, era infilata la penna, simbolo degli alpini. Essa era di lunghezza variabile tra i 18 ed i 20 cm e fino al 1913 fu tinta di grigio. Successivamente conservò il suo colore naturale. Doveva provenire dallala destra di corvi, pavoni o tacchini. Per lartiglieria da montagna era previsto lo stesso copricapo con eccezione del fregio e della nappina che era sostituita da una coccarda tricolore della dimensione di 4-5 cm (la stessa utilizzata su colbacchi e kepì). Nel 1912 il cappello alpino fu dotato di un sottogola di "nastro di bavella di colore grigio con fibbia metallica. Questo accessorio fu presto abolito. Sempre in questa data venne abolita la coccarda tricolore al posto della nappina dellartiglieria da montagna e fu introdotta la nappina rossa con al centro un tondo nero nel quale erano scritti in filo giallo i numeri della batteria.
Stessa cosa dicasi per i reparti someggiati di artiglieria da campagna. Il medesimo colore di nappina con al suo interno le lettere serviva per indicare il reparto o il comando del militare (CR = Comando di Reggimento, CG = Comando di Gruppo, RMV = Reparto Munizioni e Viveri, D = Deposito).
I FREGI
Ed ora vediamo di fare un po di chiarezza riguardo ai fregi che molto spesso sono un elemento importantissimo, se non basilare per datare il cappello che possediamo.
Il primissimo fregio che appare sul cappello alpino e ricamato a mano, in filo di lana verde ed e composto da due fucili incrociati con baionetta innestata e cornetta sormontata dalla corona reale. Al centro della cornetta prendeva posto il tondino con il numero del reggimento in filo di lana bianca.

Nel 1912 venne introdotto il nuovo fregio che vedeva al posto della corona reale laquila, simbolo del corpo degli alpini. Inoltre, poco dopo, i fucili perdono la baionetta. Il materiale usato era sempre il filo di lana verde. Soltanto pochi anni piu tardi, ossia nel 1916, fanno la loro comparsa i fregi realizzati in filo di lana nera. In questo periodo litalia si trova in guerra ed il cambiamento del colore del fregio non e casuale, per ovvie ragioni di mimetismo. Sempre in questo periodo non e raro vedere alpini che portano sul cappello il fregio del telino mimetico per lelmo Adrian, cucito a macchina sempre in filo nero.



Capite molto bene, ora, come sia importante il fregio per dare una data quasi certa al cappello che abbiamo in collezione. Se porta il fregio con laquila in filo verde, per esempio, e databile fra il 1912 ed il 1916. Mica male! Finita la carneficina del primo conflitto mondiale cambiano alcuni particolari che ci permettono di individuare un cappello degli anni 20 fino al 1930 circa. Ma questo lo troverete nella sezione riguardante gli anni fra le due guerre.